Il Cairo

The Egyptian Museum


Masterplan per la riqualificazione; progetto museologico, museografico, impiantistico, illuminotecnico e grafico


2009

L’ innegabile universalità del Museo Egizio del Cairo e la sua stratificazione storica sono gli elementi da cui deve partire una riflessione museologica destinata a condurre ad un ripensamento dell’intera esposizione, in grado di consentire al museo di esprimere e comunicare “la propria” unica ed irripetibile cultura.
Il principio generale del masterplan museologico-museografico è stato quello di non intervenire pesantemente sull’architettura originaria, lasciando quasi invariata l’aura generale del museo, che è di per sè un monumento alla museologia. Le murature, gli archi ed i passaggi originali dovrebbero pertanto essere conservati, mentre le strutture costruite nel corso degli anni e che hanno modificato il progetto iniziale del museo dovrebbero essere per quanto possibile demolite: gli ambienti al piano terra attualmente utilizzati come magazzini dovrebbero tornare a far parte del percorso espositivo e le finestre delle gallerie principali talvolta ostruite da opere di grandi dimensioni dovrebbero tornare ad essere libere.
Rispettare l’architettura originale significa anche rispettare le decorazioni degli interni: i falsi archi e i pilastri delle gallerie e degli ambienti laterali, in cui le vetrine originali si inserivano. Ciò implica che la forma, la disposizione e le dimensioni delle vetrine e delle altre strutture espositive , così come era avvenuto nell’allestimento originale, dovranno essere definite sulla base di come saranno sistemate rispetto agli elementi decorativi.
La disposizione originaria era stata dettata dal peso dei reperti. Nella prima guida del museo, si legge: “Il piano terreno del Museo contiene l’intera collezione dei monumenti più pesanti, le statue, stele, sarcofagi in pietra e i frammenti architettonici “e” le stanze al piano superiore sono per lo più occupate da piccoli oggetti, o da alcuni grandi ma leggeri”.
Anche il nuovo allestimento dovrà fare i conti con il problema del peso, a discapito in qualche caso della coerenza espositiva di alcune collezioni, ad esempio di quella dei sarcofagi dove si sarà costretti a separare i sarcofagi di legno (da esporre al piano superiore) da quelli in pietra, che dovranno rimanere al piano terra.
In generale la nuova organizzazione dell’esposizione non si discosterà troppo da quella originale: gli oggetti pesanti rimarranno al piano terra, mentre le collezioni più leggere rimarranno al piano superiore. Al piano terreno resterà un ordinamento cronologico, anche se i reperti saranno riorganizzati in nuovi itinerari, mentre il percorso del piano superiore sarà tematico ed incentrato sui vari aspetti della cultura e della vita dell’antico Egitto, mantenendo tuttavia alcuni blocchi dell’esposizione originale, come alcuni gruppi di corredi funerari e la parte della collezione di sarcofagi attualmente esposta nella grande galleria ovest.
Il nuovo allestimento deve tendere a migliorare la leggibilità dell’esposizione e allo stesso tempo avere un impatto visivo di maggiore attrattiva sui visitatori. Questo comporta l’utilizzo di vetrine con illuminazione interna e la rinuncia ai pannelli divisori che, se da un lato aumentano l’area espositiva, dall’altro limitano la visione d’insieme dell’architettura del museo.